La soia, consumata in fagiolo o bevanda e suoi derivati, è fra i legumi quello più ricco di proteine e per questo molto utilizzato da chi segue una dieta vegan. Inoltre, i suoi fitoestrogeni sembrano svolgere un’azione benefica per la nostra salute: viene segnalata in diverse ricerche scientifiche per la prevenzione di patologie tumorali ormonali (anche maschili), e, grazie alla sua lecitina e ai suoi fitosteroli, aiuta a riequilibrare i livelli di colesterolo LDL (quello cosiddetto cattivo), risultando quindi consigliata per prevenire eventuali problemi cardiocircolatori, anche grazie al prezioso apporto di potassio e folati.
Per tali ragioni, può essere inserita in qualsiasi regime alimentare con la frequenza di 1-4 volte a settimana. Infatti, nonostante sia altamente salutare, non è consigliabile consumarne in quantità eccessiva, in primis perché è molto diffusa la produzione geneticamente modificata; inoltre, vari studi scientifici le attribuiscono la capacità di rallentare la funzionalità tiroidea. Per ovviare a quest’ultimo inconveniente, è quindi sempre un’ottima scelta nutrizionale abbinare delle alghe, come la kombu, al consumo di soia, in qualsivoglia forma (fagioli, tofu, tempeh, etc.). Riguardo alla presenza di modifiche genetiche, è essenziale acquistare solo soia di provenienza italiana, certificata biologica e senza OGM. Ciò consentirà perciò di evitare anche la soia proveniente dal Giappone, sconsigliata per i noti motivi legati alle possibili contaminazioni radioattive ed analoga raccomandazione va estesa all’alga kombu, che è consigliato sia di provenienza europea.
Va segnalato uno stop al consumo di soia: sono ancora discordanti le ricerche scientifiche sulla sicurezza di assunzione di soia nei casi di tumore mammario o uterino, ovvero tumori ormonali sia nella donna che nell’uomo, a causa dell’elevato contenuto di fitoestrogeni, pertanto, finché tale diatriba non verrà chiarita, è consigliabile eliminare la soia dalla alimentazione di quelle persone che hanno in corso oppure hanno avuto un problema oncologico di natura ormonale. Al contrario, come suddetto, è raccomandata per la prevenzione di tali problematiche.
Dato il suo elevato contenuto proteico, è sconsigliato offrire la bevanda a base di soia, cioè quella bevuta dagli adulti, prima dei 3 anni del bimbo. Viceversa, tofu e yogurt di soia possono essere inseriti già dall’8°-9° mese una volta a settimana, in una saggia e sana rotazione con gli altri legumi, seppure non vi sia alcuna necessità di inserirla, dato che rimane un alimento non endemico, ovvero non appartenente alle nostre “radici culinarie”.
Riguardo alla modalità di somministrazione, viene spesso offerto il burger o la cotoletta di soia nelle mense scolastiche ai bimbi che seguono una dieta vegan: si arriva persino ad una frequenza di 3 volte a settimana nei menu del comune di Roma.
È invece sconsigliato il consumo, se non saltuario, ovvero 1-2 volte al mese, di tali prodotti in quanto pressoché tutti a base di estruso di proteine della soia (anche dette texturizzate o proteine isolate/concentrate) molto utilizzato nei burger, nelle salsicce, soprattutto delle marche più commerciali, in vendita nei supermercati classici, nonché venduto come spezzatino, bistecche o macinato da reidratare.
La ragione risiede nel fatto che è preferibile consumare alimenti che ognuno potrebbe farsi a casa (avendo tempo e voglia), ma una preparazione casalinga di estruso di proteine di soia non è fattibile, necessitando una lavorazione industriale, peraltro basata su estrazione con solventi, e ciò esclude questa tipologia di alimento da quella che può definirsi una alimentazione equilibrata e salutare, specialmente per i bambini nella prima e seconda infanzia. Inoltre, è un alimento molto carico di proteine, tra 40 e 60%, a seconda della lavorazione, quindi anche solo 100g di spezzatino non risulterebbero affatto in linea con il fabbisogno quotidiano di proteine raccomandato dai LARN 2014, ovvero i livelli di assunzione raccomandata di nutrienti per la popolazione italiana (www.sinu.it), dato che la quota proteica quotidiana verrebbe notevolmente superata anche solo con la porzione menzionata.
Gli allarmismi sul consumo di soia nei bimbi riguardano essenzialmente l’elevato contenuto di fitoestrogeni presenti nel legume, seppure in quantità variabili a seconda dell’alimento considerato. Per ciò che riguarda tofu e yogurt, proporli una-due volte a settimana e in quantità limitate come 20-40g può considerarsi un consumo sicuro, ammesso che la soia sia di provenienza italiana, biologica e dichiarata priva di OGM. Il consumo di latte formulato a base di soia suscita invece maggiori dubbi, anche in considerazione delle elevate quantità e frequenze di consumo. Ma numerosi studi condotti negli ultimi 15 anni ribadiscono la sicurezza del consumo di soia nei lattanti, non avendo riscontrato alcun effetto ormonale o alterazione immunitaria.
Per quanto riguarda l’adeguatezza nutrizionale, una revisione sistematica di 35 studi trasversali, di coorte, caso-controllo e trial clinici controllati randomizzati – RCT (Randomized Controlled Trial) ha valutato la sicurezza del latte di soia comparandolo con latte di formula a partenza dalle proteine del latte vaccino o latte materno. Gli esiti considerati sono l’aumento di peso e altezza a un anno di vita, la densità minerale ossea, la quantità di emoglobina, il livello ematico di proteine totali, zinco e calcio. I lattanti nati a termine alimentati con latte di soia arricchito da micronutrienti (i più recenti tipi di latte di soia lo sono) non si differenziano per i parametri studiati dai lattanti alimentati al seno o con latte di formula vaccino.
Del resto, il latte formulato a base di proteine vaccine, proveniente da animali di allevamenti intensivi, rappresenta una altrettanto grande fonte di preoccupazione: per necessità economiche e produttive, vengono somministrati agli animali, antibiotici ed ormoni in gran parte estrogeno-simili, che si ritrovano nel latte che verrà destinato ad uso alimentare umano. Ciò rappresenta un fattore di rischio per numerose problematiche ormono-dipendenti, considerando che sono ormoni del tutto identici ai nostri, stimolando i nostri recettori endogeni con intensità e potenza pari ai nostri ormoni, ai quali si sommano. Tali estrogeni sono ben diversi, come effetto, dai fitoestrogeni della soia, in quanto molto più efficaci e stimolanti. È quindi importante sottolineare come la preoccupazione nei confronti della soia nell’infanzia, per certi aspetti comprensibile, non è parimenti (ingiustamente) accompagnata dalla preoccupazione dell’eccesso estrogenico da fonti animali, ben più pericoloso dell’apporto di fitoestrogeni da fonti vegetali, che è invece nettamente inferiore sia in quantità che effetto.
La preoccupazione invece resta alta, secondo il mio personale parere, per la presenza/contaminazione di soia geneticamente modificata in tutti quei prodotti, latte formulato per l’infanzia incluso, che non riportano la dicitura in etichetta “No OGM”, dato che le modifiche genetiche attuate in laboratorio generano degli organismi nuovi, sconosciuti nella nostra storia alimentare, i cui effetti sulla salute sono ancora in discussione. Sembra quindi azzardato proporli ad un lattante, soprattutto perché molti dei tipi di latte formulato di soia in commercio non riportano la dicitura summenzionata.
Soia e derivati | Carboidrati | Proteine | Grassi | Calcio | Ferro | Potassio | Folato | Isoflavoni |
Proteine isolate | 31g | 45-58g | 0,46g | 363mg | 10,8mg | 2202mg | 340 mcg | 11,5mg |
Germogli | 9,57g | 14g | 6,70g | 67mg | 2,10mg | 484mg | 172 mcg | 34,4mg |
Tofu (caglio calcico) | 4,39g | 12,7g | 9,99g | 345mg | 2,75mg | 146mg | 22mcg | 30-35mg |
Edamame | 9,94g | 11g | 5g | 63mg | 2,27mg | 436mg | 311mcg | NR |
Fagioli verdi lessati | 11g | 12,35g | 6,40g | 145mg | 2,50mg | 539mg | 111mcg | 17,9mg |
Tempeh | 9,35g | 18,2g | 11,4g | 96mg | 2,13mg | 401mg | 21mcg | 35,6mg |
I valori sono riferiti a 100g di prodotto. NR: valore non riportato nelle analisi. Fonte: USDA National Nutrient Database for Standard Reference Release 26 |
Alcuni riferimenti bibliografici
Bhatia & Greer, 2008. American Academy of Pediatrics Committee on Nutrition. Use of soy protein-based formulas in infant feeding. Pediatrics, 121,5:1062-8.
Burton & Wells, 2002. The effect of phytoestrogens on the female genital tract. J Clin Pathol, 55:401–407.
Businco et al. 1999. No oestrogen hormonal effects in long-term soy formula fed children. J Allergy Clin Immunol, 103:S16.
Cornwell et al 2004. Dietary phytoestrogens and health. Phytochemistry, 65;995–1016.
ESPGHAN Committee on Nutrition; Agostoni et al. 2006. Soy protein infant formulae and follow-on formulae: a commentary by the ESPGHAN Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr, 42:352-61.
Merritt & Jenks, 2004. Safety of soy-based infant formulas containing isoflavones: the clinical evidence. J Nutr, 134:1220-4S.
Vandenplas et al. 2014. Safety of soya-based infant formulas in children. Br J Nutr, 28,111,8:1340-60
Autrice: dr Sabina Bietolini, PhD, biologa nutrizionista.
Docente a contratto UNICUSANO
Presidente SONVE (Società Scientifica Nutrizione Vegetale)
Per ulteriori info e contatti:
www.nutrirelasalute.com
sabina.bietolini@fastwebnet.it
Inviare sms 3403746517